Chi ha la fortuna di frequentare gli atelier degli artisti ben sa che ciascuno possiede un suo gesto particolare nel mischiare i colori, nello stenderli sulla tela, nel tenere il pennello con le dita. Guardare Francesco Tabusso dipingere è uno spettacolo: l'espressione del viso, l'occhio che brilla, lo sguardo che si sposta dal quadro alla tavolozza, il cercare il tubetto di colore giusto sparso tra le varie decine sul tavolo e sul pavimento, accompagnare il movimento del pennello con le labbra che raccontano alla mano la figura, il commento che altalena dal poetico allo scurrile con una leggerezza sconcertante, la domanda ricorrente, ingenua e che non aspetta e non vuole risposta: "ma tu dici che va bene?", lo smettere improvviso, "adesso basta", e il riprendere a lavorare lasciando a metà un discorso, un boccone, "mi è venuta un'idea, lo farei così".Una danza che segue un ritmo nuovo ogni volta, e diverso. Su e già da uno sgabello, da una scala, un pestone a un barattolo sfortunato a trovarsi là e che un momento dopo tornerà a cercare, la richiesta a gran voce di un foglio, lo strizzare degli occhi a evitare un riflesso, la ricerca di complicità nel piacere "hai sete?" l'accostarsi alla tela quasi a toccarla col naso, e dimenticarla subito, poi, senza voltarsi per guardare da distante, per seguire un capriccio improvviso.Tabusso è un pittore semplice, immediato, diretto. Di gente,di vita, di sogni, di fiaba. Per questo è amato, merito raro per gli artisti, sia dai critici sia dalla gente, che lo hanno eletto cantore della semplicità, della quotidianità, della natura, della bellezza.In questa mostra a Cavatore sono riunite le opere su carta, acqueforti, xilografie e serigrafie che costituiscono gran parte del suo corpus incisorio, esposte insieme ai bozzetti ed alla successione delle prove di stampa per documentarne l'esegesi: i vari accorgimenti usati per improntarle con la sua forte personalità ed il suo stile inconfondibile. Accompagnate da una folta rassegna di disegni, acquerelli, guazzi, inchiostri, tecniche miste, scelti tra le montagne di fogli che affollano il suo studio.Tutto raccolto senza badare troppo gli anni di esecuzione, quanto piuttosto a formare una rosa di fogli di indiscutibile valore segnico, di immediatezza di espressione, di originalità e di lepidezza, per un ritratto di Tabusso pittore di fiabe a colori.
Gianfranco Schialvino